Fattorie industriali
Una delle soluzioni più estreme è quella di coltivare in ambienti chiusi (indoor) o in serre. Questo tipo di ambiente artificiale consente un controllo accurato degli input e limita i danni – le cosiddette “esternalità” – per l’ambiente. Sistemi del genere possono ridurre enormemente il volume di acqua, pesticidi e fertilizzanti utilizzati e contribuiscono ad assicurare alle colture condizioni di crescita ottimali, stagioni di crescita prolungate e persino la coltivazione verticale su scaffali.
Farminova asserisce che il suo sistema di coltivazione industriale riduce il consumo di acqua dell’85–95%, diminuisce del 60% l’impiego di fertilizzanti ed elimina del tutto il bisogno di ricorrere a pesticidi. Inoltre, in un mondo in cui le terre fertili da coltivare sono sempre più scarse e una quantità sempre maggiore di terreni è adibita ad attività residenziali e industriali, questo tipo di fattoria industriale può più che decuplicare il volume della produzione a parità di superficie di terreno.11
Un altro esempio ci viene dall’azienda britannica hydroCotton, che utilizza impianti idroponici per coltivare cotone indoor utilizzando l’80% in meno di acqua e nessun pesticida. Pensando all’agricoltura, alla maggior parte delle persone viene in mente il cibo, ma naturalmente l’agricoltura produce anche, e in larga misura, fibre naturali per l’abbigliamento, legno per le costruzioni e colture per i mangimi animali.9
I sistemi di automazione consolidati vengono aggiornati con tecnologie di prossima generazione
L’urbanizzazione ha enormemente ridotto la dimensione delle comunità rurali e, di conseguenza, il bacino di mano d’opera qualificata disponibile per lavori agricoli occasionali e stagionali. L’esodo della forza lavoro prosegue tutt’oggi. Nel 1990 la popolazione rurale superava di 6,7 volte quella urbana. Oggi questo rapporto si è invertito e una quota maggiore della popolazione mondiale vive in insediamenti urbani piuttosto che in campagna.12
Come osserviamo in altri settori che risentono della carenza di lavoro qualificato, le soluzioni basate sulla robotica e l’automazione stanno sopperendo all’offerta insufficiente di mano d’opera agricola. I sistemi di mungitura automatica (SMA) nelle aziende lattiero-casearie si sono diffusi rapidamente a partire dal 1992, dopo la prima installazione commerciale effettuata in una fattoria olandese. Oggi nei Paesi Bassi e nei paesi nordici il 20–30% delle aziende lattiero-casearie utilizza, in un modo o nell’altro, questo tipo di automazione.13 I sistemi di base della mungitura automatica richiedono comunque l’intervento umano (per indirizzare le mucche verso le stalle, applicare le coppe di suzione alle mammelle ecc.). Tuttavia, recenti innovazioni introdotte da aziende, quali GEA e DeLaval, offrono sistemi completamente automatizzati che guidano le mandrie nelle stalle, nutrono e mungono simultaneamente le mucche assegnando a ciascun animale porzioni di mangime individualizzate in base alla resa lattiera e ai dati biometrici, puliscono automaticamente le mammelle e applicano delicatamente le coppe di suzione. DairyMilk M6850 di GEA integra nel sistema anche una conta delle cellule somatiche basata sulla tecnologia EPT (Electrical Permittivity Threshold) per garantire la salute delle mandrie.
A prescindere dalle aziende lattiero-casearie, quando guardiamo alle grandi fattorie che fanno “colture a file” notiamo una discreta penetrazione di innovazioni come, ad esempio, l’“agricoltura di precisione”. Quest’ultima utilizza i sistemi di posizionamento satellitari (GNSS, più comunemente noti come GPS), talvolta supportati da apparecchiature laser terrestri che mostrano la posizione esatta di un trattore o di un altro macchinario nel campo e lo guidano con precisione. Insieme a una serie di dati topologici e geomorfologici, il sistema può stabilire il livello ottimale di input (sementi, fertilizzanti, acqua, pesticidi ecc.) per ciascun appezzamento all’interno del campo e adeguare di conseguenza gli irroratori del sistema.
Anche in questo caso, tuttavia, le recenti innovazioni consentono di migliorare sensibilmente le soluzioni. L’uso di droni rende ora l’agricoltura di precisione molto più economica eliminando la necessità di dati raccolti da satelliti o velivoli leggeri. Inoltre, alcune società stanno sviluppando sistemi per consentire l’agricoltura di precisione senza l’intervento umano.
I trattori a guida autonoma hanno impiegato tempo ad arrivare sul mercato per il semplice motivo che un trattore commerciale può arrivare a pesare oltre 10 000 kg14 e di conseguenza eventuali guasti al software potrebbero provocare danni fisici catastrofici. Tuttavia, gli sviluppi recenti realizzati da alcune aziende (John Deere, CNH Industrial, Pattison Liquid Systems, Raven Autonomy, Iseki & Co. e altre) suggeriscono che presto saranno disponibili in commercio trattori – e forse altre macchine agricole di grandi dimensioni come le mietitrebbie – completamente autonomi.