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Un messaggio dietro l’immagine

L'umanità deve affrontare sfide ecologiche e sociali urgenti. Yann Arthus-Bertrand si affida alla forza delle immagini fotografiche per contribuire al cambiamento. La sua fondazione GoodPlanet promuove ecologia e solidarietà e si impegna in progetti a favore della sostenibilità in tutto il mondo. Nell'intervista concessa a Scope spiega in che modo individui e società possono agire per proteggere il pianeta Terra, anche per le generazioni che verranno.

18 settembre 2020

Intervista a Yann Arthus-Bertrand

Signor Bertrand, considera il suo lavoro fotografico un’opera d’arte o una missione?

La mia fotografia ha come fine ultimo la sensibilizzazione sui problemi ecologici e ambientali. Vale a dire che il mio lavoro fotografico tende a dare centralità all’ecologia e all’umanesimo per invitarci tutti a intraprendere azioni concrete a favore della Terra e dei suoi abitanti. Quando sono destinate a istituzioni scolastiche, associazioni o organizzazioni non governative, non chiedo mai diritti d’autore sulle mie opere. Inoltre, mi auguro che le mie fotografie possano divenire una sorta di patrimonio per le generazioni future, nonostante la Terra stia subendo cambiamenti repentini a causa della rapida espansione del capitalismo.

All’inizio della sua carriera di fotografo sembrava che il suo lavoro tendesse, in modo particolare, a sottolineare la bellezza del nostro mondo.

Vero. Tuttavia, dopo molti viaggi e dopo aver incontrato molti esperti in discipline scientifiche, mi sono reso conto di quanto fosse essenziale che dietro ciascuna immagine vi fosse un messaggio.

Le capita mai di pensare di voler andare a vivere su un altro pianeta?

No, assolutamente no. Amo la Terra e non credo che esplorare Marte o altri pianeti possa aiutarci a risolvere i problemi che dobbiamo affrontare ora. In prima battuta, dobbiamo concentrarci sull’ambiente che ci circonda e imparare a rispettarlo. Sono convinto che vi sia una grande mancanza di rispetto per la bellezza della nostra flora e fauna.

Il futuro dei nostri figli è grandemente minacciato da una serie di eventi. In che modo coloro che si occupano di investimenti possono operare per avere effetti positivi anche con la loro attività?

Sono convinto che chi si occupa di investimenti abbia già iniziato a cambiare il proprio atteggiamento quando si tratta di prendere delle decisioni. Innanzitutto, vi è un impegno sempre maggiore nel settore degli investimenti socialmente responsabili. Naturalmente, si tratta di un’iniziativa che dovrebbe essere ulteriormente sviluppata in futuro. Poi, penso che sia importante applicare ulteriori restrizioni, quali evitare di investire in produzioni di armamenti o società petrolifere. Molti investitori sono sempre più aggiornati su queste problematiche e credo sia un buon segno per il futuro.

Benché il modello capitalistico stia provocando la distruzione del nostro ambiente, dovremmo farne un miglior uso invece che limitarci a stigmatizzarlo. Ecco perché lavoro con Total e altre grandi società per dare il mio contributo ad apportare cambiamenti benefici all’ambiente.

Lei ha fondato GoodPlanet. In che cosa questa organizzazione è diversa e unica rispetto alle altre?

La nostra organizzazione non è molto diversa rispetto ad altre; tuttavia, abbiamo intrapreso una serie di azioni che sono decisamente uniche nel loro genere. Ad esempio, a Parigi abbiamo creato uno spazio pubblico aperto a tutti senza esclusioni e dedicato all’ecologia e alla solidarietà. La sede della Fondazione GoodPlanet si trova presso il Domaine de Longchamp a Parigi. Abbiamo voluto creare una “bolla verde” il cui ingresso è gratuito e nella quale i visitatori possono sperimentare in prima persona una forma generosa e positiva di ecologia incentrata sulla solidarietà attraverso incontri e dibattiti.

In che cosa si concretizza più specificatamente questa esperienza?

Oltre alle mostre permanenti, ogni fine settimana la Fondazione GoodPlanet organizza due giornate a tema che vertono su problematiche ambientali, sociali e relative all’idea di solidarietà. Presso il Domaine de Longchamps cerchiamo di dare smalto agli argomenti di attualità, da quelli che presuppongono una maggior interazione ai più drammatici: affrontiamo argomenti che spaziano dall’alimentazione naturale all’energia nucleare, dalla libertà di stampa al problema dei profughi, oppure dalla raccolta del miele alla moda etica.

La nostra Fondazione collabora molto intensamente anche con le scuole. Abbiamo recentemente inviato delle confezioni di 17 manifesti che riguardano gli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile varati dalle Nazioni Unite in 80.000 scuole francesi.

Ceneri

Ceneri è il titolo scelto da Yann Arthus-Bertrand per questa sua immagine fotografica di un albero scattata nella zona nordorientale della Costa d’Avorio. Le ceneri sono i resti degli incendi appiccati dall’uomo ogni anno per rendere più fertile il suolo della savana.

Alcuni dei programmi della Fondazione GoodPlanet vertono anche sul prestare aiuto ad aziende e istituzioni affinché possano adottare prassi maggiormente inclini all’ecologia. Possiamo esplicitare qualche esempio?

La nostra Fondazione ha acquisito particolare esperienza nel bilanciamento delle emissioni. Cerchiamo di far ritrovare alle grandi imprese l’equilibrio fra le emissioni nocive e la creazione di grandi bacini di biogas. Ad esempio, stiamo procedendo al reintegro delle emissioni nocive di tutti i voli che Total compie per affari attraverso la costituzione, non ancora portata a termine, di 7.000 serbatoi di biogas. Il serbatoio non è altro che un contenitore in cui si versano rifiuti organici – escrementi animali, avanzi di cibo e altro ancora – che vengono poi metabolizzati in modo anaerobico da batteri attraverso un processo di fermentazione che produce gas metano per uso domestico. Da ciascun serbatoio si ottengono poi residui che vengono impiegati come concimi in sostituzione di quelli chimici. Di conseguenza, questi serbatoi permettono il miglioramento qualitativo delle condizioni di vita delle popolazioni autoctone, favoriscono il rallentamento della deforestazione e riducono le emissioni dei gas serra.

Lago Tele

Il Lago Tele si trova nella Repubblica del Congo (Brazzaville) e attrae l’interesse del pubblico per la sua forma circolare. Per il fotografo Yahn Arthus-Bertrand, il lago è uno dei simboli della bellezza del pianeta Terra. Tuttavia, la maggior parte dei turisti nona riesce ad apprezzarne la bellezza direttamente, poiché il lago è circondato da paludi che ne rendono quasi impossibile l’accesso diretto.

Dove sono ubicati questi serbatoi?

Vengono costruiti nei paesi in via di sviluppo. Ad esempio, in India un serbatoio per uso familiare costruito dalla Fondazione GoodPlanet in collaborazione con SKG Sangha costa 450 euro e contribuisce al risparmio di 4 tonnellate di legno all’anno, l’equivalente di 5 tonnellate di CO2. L’iniziativa è attiva in sei Distretti dello Stato del Madhya Pradesh: Jabalpur, Naramahpur, Madla, Chindwara, Seoni e Balaghat.

Sono quattro i risultati da ottenere:

  • creare energia sostenibile grazie alla costruzione e corretta manutenzione di biometabolizzatori
  • migliorare le condizioni sociali, economiche e ambientali delle popolazioni autoctone
  • finanziare il progetto grazie a processi su base volontaristica di riequilibrio del CO2
  • promuovere prassi agricole alternative con l’aiuto di digestati

Questi obiettivi verranno resi ottenibili dopo un’accurata selezione di quelle famiglie che abbiano particolare necessità d’aiuto, la preparazione accurata dei futuri utenti e la redazione di specifici protocolli di controllo.

GoodPlanet promuove la creazione di progetti per la creazione e l’accesso a energia rinnovabile e sostenibile finanziati attraverso il riequilibrio delle emissioni di CO2. Il fare tutto su base volontaristica è sufficiente a cambiare in modo continuativo la nostra strategia energetica?

Sì, sono convinto di sì. Credo sia un peccato voler ignorare che le nostre azioni abbiano un effetto sull’ambiente. Ad esempio, quando si prende un aereo, ciascuno di noi dovrebbe essere conscio delle conseguenze dal punto di vista di impatto ambientale e CO2. Sono convinto che ciascuno di noi debba cercare di ridurre i propri spostamenti e debba riequilibrare le emissioni di CO2 con l’aiuto dei serbatoi di biogas, oppure facendo leva su una delle molte modalità di riequilibrio, ad esempio piantando alberi.

L’impostazione e le azioni condotte a livello volontaristico devono tuttavia essere sostenute da aziende e istituzioni perché gli effetti possano essere più ampi possibile.

Quale dei tanti premi e riconoscimenti la rende più fiero? E perché?

A tutt’oggi 12 scuole francesi portano il mio nome. Credo sia il miglior premio che potessi aspettarmi di ricevere. Sarei molto orgoglioso se potessi stimolare un’azione globale per poter cambiare il mondo e credo anche che non siano le giovani generazioni a doversi trovare a reggere il peso della responsabilità di questi cambiamenti. Sono i governi, le aziende e le istituzioni in tutto dei principali paesi mondiali a doversi assumere questa responsabilità.

SCHWEIZ FONDATION OPALE "LEGACY, EIN LEBEN ALS FOTOGRAF"

Yann Arthus-Bertrand

Nell'ultimo numero di Scope

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Le opinioni e i pareri espressi in questo articolo sono quelli dell'autore o degli autori e non rappresentano il punto di vista del Credit Suisse. Le ipotesi formulate nell'articolo non riflettono la posizione del Credit Suisse e possono essere in contrasto con quella del Credit Suisse.