Da alcuni mesi gli indici dei prezzi al consumo sono in aumento in tutto il mondo. In parte ciò può essere attribuito a effetti temporanei, come ad esempio le difficoltà della logistica. Non mancano tuttavia elementi, come la decarbonizzazione dell’economia mondiale o il riorientamento delle catene di distribuzione globali frutto delle attuali tensioni geopolitiche e della pandemia, per pensare che l’inflazione sia tornata per restare.
La nuova fase dei mercati finanziari
Nonostante la guerra in Ucraina, negli USA per quest’anno gli analisti prevedono una serie di aumenti dei tassi d’interesse. Gli investitori sono già entrati nell’ottica della nuova realtà e hanno venduto i titoli di Stato, con conseguente forte aumento dei rendimenti. I più colpiti sui mercati azionari sono i titoli growth, che oggi vedono diminuire in proporzione le stime dei loro utili futuri. Ma come si comportano le obbligazioni convertibili? Nella variante di base questi titoli consistono in un’obbligazione con opzione di conversione in un determinato numero di azioni.
Le obbligazioni convertibili posso riservare sorprese
Per via del carattere ibrido delle obbligazioni convertibili, non è sempre facile capire come si comporteranno in un contesto di rialzo dei tassi d’interesse. Abbiamo dato uno sguardo al passato, analizzando l’andamento di questi titoli nelle fasi rialziste dei tassi, a partire dall’introduzione del Refinitiv Global Convertible Bond Index, il 1o gennaio 1994. Da quel momento sono stati dieci i periodi in cui i titoli di Stato decennali statunitensi hanno realizzato un incremento superiore all’1%. Abbiamo inoltre aggiunto anche l’ultima fase, malgrado l’aumento corrente dei tassi sia solo dello 0,55%. Non sorprende constatare come in questi periodi i risultati dell’indice globale delle obbligazioni (composto principalmente da titoli di Stato e obbligazioni societarie investment grade) siano stati tendenzialmente negativi, dato che i premi al rischio di credito inferiori non sono quasi mai riusciti a compensare l’aumento dei tassi d’interesse. Le obbligazioni convertibili hanno invece sorpreso positivamente. In nove periodi su undici hanno realizzato una buona performance del 9,5% in media, raggiungendo quasi quella delle azioni globali. I principali motivi di questo successo risiedono, da un lato, nella duration inferiore delle obbligazioni convertibili rispetto ad altri strumenti a reddito fisso e, dall’altro, nella loro affinità con le azioni. L’elevata partecipazione all’andamento delle azioni, pari a oltre il 90%, è dovuta a vari aspetti, come la vantaggiosa dinamica del mercato primario o anche la variabilità della performance delle azioni sottostanti, particolarmente marcata in questa fase. Il che, unito al profilo di rischio asimmetrico delle obbligazioni convertibili, rappresenta una premessa favorevole. Nell’attuale fase di rialzo dei tassi d’interesse gli effetti positivi non sono ancora manifesti. I responsabili sono prima di tutto le turbolenze dei mercati finanziari a seguito della guerra in Ucraina, unitamente al notevole peso del settore tecnologico orientato alla crescita sulle obbligazioni convertibili. Ciò offre un’opportunità di ingresso su valori più bassi.
Due motivi depongono dunque a favore di un investimento: il contesto storico positivo tra tassi d’interesse in aumento e performance della classe di attivi e i prezzi di acquisto inferiori rispetto al T4 2021.
Fonte: Credit Suisse
Dati al 28.02.2022
I dati storici sulla performance e gli scenari dei mercati finanziari non sono indicatori affidabili per i rendimenti futuri. Non è possibile investire in indici. I rendimenti degli indici indicati non rappresentano i risultati di effettive transazioni di attivi/titoli investibili. Gli investitori che mirano a una strategia simile a quella degli indici potrebbero sperimentare rendimenti superiori o inferiori e dovranno farsi carico dei costi e delle commissioni che ne ridurranno il rendimento.