E vi sono lavori che non possono essere svolti da casa.
Sì, è vero. Le vendite, ad esempio. Concludere o meno un affare con qualcuno dipende dalla fiducia che si ha in quella persona. Quando ci si incontra online, su Zoom o Teams, non si è in possesso del tipo di informazioni che ci consentono di formarci un’opinione sul nostro interlocutore in una frazione di secondo, come accade nella vita reale. Quindi, interagendo online ci vuole più tempo per sviluppare un rapporto di fiducia.
Molti lavoratori non vedono l’ora di tornare, almeno in parte, a lavorare in ufficio ove ciò sia possibile.
In effetti, è la maggioranza che la pensa così.
Che cosa occorre per far desiderare a tutti i lavoratori di tornare a lavorare in ufficio?
Le aziende potrebbero offrire ai propri dipendenti il beneficio accessorio di un ufficio individuale ben integrato o anche coprire i costi del trasporto pubblico associati al pendolarismo. In generale, in un’era in cui le aziende competono per assumere lavoratori qualificati, diventa sempre più importante offrire un luogo di lavoro dove la gente si senta a proprio agio.
Sembra che stia parlando di un salotto. È quello il futuro dell’ufficio?
Sì, ma non è tutto. Il trend è un approccio salutogenico al lavoro, tale da promuovere un buono stato di salute. Ciò significa luoghi di lavoro che non emanino le sostanze pericolose contenute nei materiali da costruzione, in cui la qualità dell’aria sia buona, l’illuminazione non provochi mal di testa, in cui siano disponibili spazi esterni e che garantiscano la privacy. In una certa misura, l’architettura può soddisfare queste esigenze progettando planimetrie di uffici flessibili e multiuso.
Ritiene che le planimetrie flessibili siano una soluzione?
Una certa dose di flessibilità è sicuramente auspicabile. Tuttavia, nella maggior parte dei casi i concept attualmente in voga per i luoghi di lavoro non mi convincono. Propongono una sorta di ambiente residenziale di lusso, arredato con divani colorati che, da soli, non bastano a trasformare un ufficio in un’oasi di benessere. Talvolta meno è meglio.
Ad esempio, una barriera contro il rumore o un paravento per la privacy?
Sì, ma potrebbe anche essere una bella doccia – non relegata da qualche parte nel sottoscala – in modo che la gente possa rinfrescarsi dopo aver fatto esercizio fisico nella pausa pranzo.
La percentuale di persone che lavora da casa non è mai stata così alta come oggi. Ora le aziende possono risparmiare riducendo gli spazi destinati agli uffici. È d'accordo?
Finora non mi è parso che gli uffici si siano ridimensionati in misura significativa. Se la gente va in ufficio, dovrebbe esserci spazio per tutti. Quindi le aziende continueranno a utilizzare lo spazio che hanno finché potranno permetterselo. Io la vedo così.
È evidente che la pandemia ha spinto al ribasso il mercato degli spazi per uffici in zone periferiche.
Ho il sospetto che l’influenza della pandemia sul mercato sia sovrastimata. È molto tempo che la domanda di uffici siti in luoghi poco attraenti è bassa e continuerà ad esserlo. Ed è difficile trovare inquilini quando vi è un eccesso di offerta sul mercato. I prezzi degli immobili per uffici ubicati in zone urbane attraenti sono, lo ripeto, più alti di quanto non fossero prima della pandemia.
La sua previsione: come cambierà il mercato degli immobili per uffici nei prossimi anni?
È difficile dirlo. Negli ultimi anni, i principali fattori che hanno portato al boom immobiliare sono stati l’economia, il basso costo del denaro e l’immigrazione. Oggi, i maggiori ostacoli allo sviluppo economico sono l’inflazione e l’indebitamento. Credo che la domanda di uffici situati in località urbane appetibili sarà sempre vivace.